Online siamo liberi - lista dei diritti dell'utente social

Visto che sempre più spesso sento dire che tutti i problemi del mondo sono da attribuire al Web mi è venuta voglia di mettere alla prova quanto siamo liberi quando ci muoviamo online.

Così ho iniziato a buttare giù una lista (semi-seria) dei diritti che ogni utente ha al momento di connettersi con altri sui social network.

Ecco una prima bozza in costruzione. Aspetto aggiunte, modifiche, idee...


1. Il diritto a stare su tutti i social network possibili, il diritto a stare solo sui social che ti piacciono, il diritto a non esserci (in questo caso a noi che siamo online ci manchi). 

2. Il diritto a postare quotidianamente e frequentemente (assumendoti la responsabilità della tua abbondanza) e il diritto a non pubblicare mai nulla. Sotto-diritto collegato: non pubblicare nulla di tuo e condividere e ritwittare solo ciò che scrivono gli altri (anche se, coraggio, qualcosa di tuo da dire ce l'avrai pure?)

3. Il diritto a mettere like, commentare, condividere, solo in base al tuo personale insindacabile giudizio, il diritto a non mettere like, a non condividere, a non commentare, il diritto a ignorare i contenuti indegni come massima forma di disaccordo.

4. Il diritto a protestare, inveire, denunciare, criticare ogni errore e nefandezza del Web, sapendo che così facendo ne diventi il miglior diffusore. Clickbaiter, hater e troll te ne sono grati.

5. Il diritto a dare o no l'amicizia su Facebook, il followback su Twitter, o a toglierli, sapendo che la gente ci rimane male veramente, non virtualmente. 

6. Il diritto a "togliere voce" su Twitter, a "non seguire più" su Facebook, a disattivare le notifiche su un post in cui si è taggati, a de-taggarsi e a usare tutte le funzioni che non fanno più apparire aggiornamenti su post/contenuti/discussioni che non ti aiutano a vivere meglio.

7. Il diritto a scegliere "chi vedere per primo" e ad "attivare le notifiche" solo per gli interlocutori che ritieni più interessanti, per prendere in mano la tua timeline senza lasciarla totalmente in balia dell'algoritmo. Il diritto a lasciarsi invece coccolare dall'algoritmo per avere solo conferme da chi la pensa come te.

8. Il diritto a chiedere sempre informazioni sulla fonte, l'accuratezza dell'informazione e a correggere imprecisioni, anche quando a postare è un influencer, un giornalista, un personaggio pubblico o una testata (non è scortesia controllare sempre).

9. Il diritto a non verificare e a prendere per buone tutte le cose, soprattutto quando le diffonde qualcuno di cui ci fidiamo. Benvenuto in Matrix.

10. Il diritto a fare polemica, a iniziare discussioni inutili, a dire "sono d'accordo" o "non sono d'accordo" anche se non richiesto; insomma in generale il diritto a perdere un sacco di tempo e a farlo perdere agli altri facendo felici solo i digi-scettici che così poi dicono: lo vedi che i social non servono a niente!

11. Il diritto a divincolarsi da discussioni inutili se ormai si è capito che non si va più da nessuna parte.

12. Il diritto a essere auto-ironici se le cose si scaldano troppo.

13. Il diritto a non capire cosa ha scritto l'altro e chiedere: mi puoi spiegare meglio? Sotto-diritto: si può rileggere la seconda volta (e anche la terza) prima di ribattere al volo.

14. Il diritto a correggersi,  a tornare sui propri passi, a chiedere scusa, ad ammettere errori, senza pensare che questo comprometterà la propria reputazione: la accrescerà.

15. Il diritto a non seguire le ennesime TOT regole del post perfetto (e scoprire che spesso i contenuti veramente virali non seguono mai quelle regole).

16. Il diritto a scrivere post lunghissimi su FB, a fare Tweet spezzettati in più parti, a pubblicare foto sfocate o mal inquadrate, e a fare altre cose di questo tipo: semplicemente non ti leggeremo con piacere, non casca il mondo. Sotto-diritto: puoi avere gli stessi comportamenti nei commenti e nelle risposte, l'effetto sempre lo stesso: no finimondo ma seguirti è tosta.

17. Il diritto a intervenire su ogni questione possibile immaginabile assumendoti il rischio di essere preso per un qualunquista. Il diritto a intervenire solo su ciò che conosci e padroneggi, assumendoti l'onere di diventare sempre più stimato e considerato. Qui dal diritto si passa alla responsabilità: mi raccomando non deluderci.

18. Il diritto di rimanere buono, pacato, positivo, intelligente, anche se molti ti diranno che si fanno molti più like colpendo alla pancia. Il diritto a diffondere solo contenuti che mirano alla pancia per avere più like. Davvero ti dà soddisfazione?

19. Il diritto a non aver nulla da postare. Anche per giorni. Però almeno dacci qualche segnale che sei vivo.

20. Il diritto di imparare dai propri errori e impegnarsi in modo che il successivo post/tweet/commento/ interazione sia migliore.